Il Coordinamento Agroecologia Sicilia ha preparato un Esposto, alla Corte dei Conti di Palermo, per la mancata predisposizione (alla data odierna), da parte dell’Assessore dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, del Decreto attuativo della L.R. 21 del 29 luglio 2021, inerente: “Disposizioni in materia di agroecologia, di tutela della biodiversità e dei prodotti agricoli siciliani e di innovazione tecnologica in agricoltura. Norme in materia di concessioni demaniali marittime.”
La motivazione dell’esposto nasce dalla considerazione che la mancata applicazione della norma in oggetto provoca un danno notevole, non solo in termini strettamente ecologici ed ambientali ma anche, e soprattutto, per le sue ricadute economiche.
È noto, infatti, che la biodiversità rappresenta per l’intera comunità non solo una fonte di benessere per i suoi servizi ecologici ma anche in termini di ritorno economico.
A livello planetario, secondo una recente stima della banca mondiale, la biodiversità e gli ecosistemi forniscono agli esseri umani servizi per un valore che si può stimare in 72 mila miliardi di dollari ogni anno. Nello stesso anno il PIL globale non è andato oltre i 64,7 mila miliardi.
In Sicilia, secondo stime pubblicate su riviste specializzate, l’attuazione della Legge sull’agroecologia, ipotizzando una adesione del 10% delle aziende isolane alla norma, porterebbe alla piantagione di oltre 5.500.000 di alberi autoctoni, con evidenti ritorni in termini di CO2 assorbita e di ulteriori redditi per le aziende agricole.
Secondo un’altra stima, ipotizzando un’adesione del 10% delle aziende isolane verso la produzione di energie rinnovabili, secondo i criteri della Legge sull’agroecologia, si potrebbe coprire l’83% del fabbisogno regionale (secondo le modalità di produzioni di energie rinnovabili già chiarite, con nota inviata ai Ministeri e che saranno quindi contemplate all’interno del decreto di cui al comma 6 dell’art. 7.).
Così la Sicilia, che si era mossa in anticipo, rispetto a tutte le regioni europee in applicazione del Green Deal, rischia un inspiegabile ritardo con tutte le conseguenze ecologiche ed economiche.
Nell’esposto, infatti, non solo vengono enunciati i danni erariali dovuti alla redazione ed emanazione della norma (deputati, consulenti, uffici, ecc.) ma anche quelli della mancata attuazione.
La norma consentirebbe, infatti, anche all’interno del prossimo PSP (Piano Strategico Politica Agricola Comune 2023-2027), la promozione di aziende agroecologiche e quindi di modelli produttivi e distributivi notevolmente più efficienti sia dal punto di vista ecologico che economico.
Ricordiamo che la norma si inserisce nella più ampia strategia di Agenda 2030 e, a livello europeo, del Green Deal, per consentire la transizione ecologica verso il 2030.
In tal modo la Regione Siciliana rischia, altresì, di incorrere in ulteriori sanzioni UE (che andrebbero ad aggiungersi alle altre) con un ulteriore aggravio del bilancio regionale.
In definitiva un notevole danno, sia in termini ecologici, energetici che di reddito, causato dall’inspiegabile ritardo con cui gli Assessori di turno, dal 2021, non hanno ancora firmato un decreto, già pronto e ratificato dal tavolo competente del Dipartimento dell’Agricoltura e di cui, adesso, il Coordinamento Agroecologia Sicilia chiede l’autorevole pronunciamento della Corte dei Conti di Palermo.