Il Coordinamento Agroecologia Sicilia è il protagonista della Proposta di Piano Energetico Rurale (PERAS), al fine di salvaguardare la superficie agricola siciliana e di consentire la corretta applicazione della Direttiva “The 2030 climate and energy framework”.
La proposta tende a scongiurare la sottrazione di superficie agricola siciliana, già notevolmente compromessa dal crollo dei prezzi prodotti agricoli, con conseguenza allontanamento dei giovani dal settore primario, ma anche per evitare di pregiudicare il valore ecologico e di tutela del territorio operato dagli operatori agricoli.
La proposta del Coordinamento Agroecologia della Sicilia è stata sottoscritta da organizzazioni ed associazioni di categoria, nonché da ricercatori, per affrontare costruttivamente la tematica e delineare le strategie e le relative soluzioni maggiormente congeniali alla sostenibilità ambientale, anche in accordo del Gran Deal europeo.
La proposta del Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana è un progetto che configura un sistema energetico di Generazione distribuita (GD), in cui la maggior parte dell’energia viene utilizzata nello stesso luogo di produzione (evitando dannose perdite di rete, come già recita l’Aggiornamento del PEARS – parf 4.1 sulle evidenze e criticità dello stato della rete in Sicilia) e nel quale viene minimizzata, per quanto è possibile, la realizzazione di grandi impianti di energie rinnovabili (ad esempio da impianti fotovoltaici) che, qualunque siano le risultanze della VIA, vanno a sottrarre suoli agricoli o potenzialmente agricoli, ecosistemi naturali, diminuendo lo stoccaggio di ingenti quantitativi di CO2, per minore efficienza energetica dei sistemi vegetazionali, e alterando notevolmente il paesaggio.
Il Coordinamento è infatti consapevole del fatto che la Commissione europea, nell’ambito del Green Deal, ha proposto nel settembre 2020 di aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030, comprese le emissioni e gli assorbimenti, ad almeno il 55% rispetto al 1990, e in tal senso ha avviato il processo di elaborazione di alcune proposte legislative dettagliate per attuare e raggiungere gli obiettivi prefissati.
La proposta del Piano Energetico Rurale è stata redatta tenendo conto della necessità di raggiungere gli obiettivi del Framework 2030 per il clima e l’energia, seguendo le seguenti indicazioni:
– deve essere strutturato secondo il massimo criterio della Generazione Distribuita (GD), quindi con la realizzazione di numerosi piccoli impianti, rendendo autonoma energetica dell’azienda agricola;
– deve realizzarsi senza consumo di suolo, secondo quanto definito sia dall’ISPRA che dalle Direttive UE in materia e cercando di applicare il criterio della multifunzionalità, integrando la PLV tramite la vendita di energia elettrica;
– deve prevedere impianti che non vadano ad incidere sul regime pluviometrico ed i tempi di corrivazione delle acque di deflusso (come avviene invece per i grandi impianti fotovoltaici), con conseguenti ricadute negative sul regime delle acque e sulla ulteriore perdita di suolo;
– conformemente alla Farm to Fork strategy dell’UE del 2020, non deve incidere sulla già delicata questione della disponibilità di cibo e risorse per i prossimi anni, a cui Agenda 2030 dedica in particolare gli obiettivi 2, 7, 11, 12 e 15;
– infine, e non ultima, la produzione di energie derivanti da questi piccoli impianti non deve interferire con la biodiversità, secondo quanto anche previsto dalla Direttiva UE del 2020 in materia.